È possibile mettere d’accordo conservatori e progressisti sui temi europei? Le elezioni si avvicinano, e l’argomento è particolarmente caldo.
Ci hanno provato venerdì a Roma la Fondazione Ottimisti&Razionali e Nazione Futura, quarto appuntamento insieme per le due realtà. Ad aprire i lavori Claudio Velardi, presidente FOR, e Ferrante De Benedictis, vicepresidente Nazione Futura.
L’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato ha ricostruito la genesi dell’Unione che non è nata “come gli stessi Stati Uniti” da ex colonie ma “da stati nazionali che hanno contribuito a fondare il concetto stesso di stato nazione”. Anche per questa particolarità la Ue oscilla “tra i modello comunitario e quello intergovernativo”, foriero di problemi soprattutto “in politica estera”. Anche il professor Giovanni Orsina è partito dal modello rilevando però che “il Pnrr rappresenta un esperimento innovativo” a metà strada tra “modello intergovernativo e comunitario”. “Tutte le comunità politiche – ha aggiunto – sono ‘artificiali’, perfino quella italiana, però le storie dei singoli stati nazionali sono forti”. Orsina, autore tra gli altri de La democrazia del narcisismo. Breve storia dell’antipolitica (Marsilio, 2018), ha rilevato una sorta di “conventio ad escludendum” rispetto alle destre in Europa. E a proposito di federalismo:
“C’è una visione distorta rispetto agli Stati Uniti – ha rilevato il direttore di Libero Mario Sechi – e su come questa nazione di pensi sé stessa a seconda del ciclo storico. Oggi, in questo ciclo storico, la nazione americana, perché gli Stati Uniti sono una nazione, è isolazionista ed è un ‘impero riluttante’: sono sempre più una fortezza”. Sechi, che ha fatto un excursus sulle problematiche concrete dell’Unione, ha chiuso con una domanda: “Quali sono le nuove Istituzioni da costruire stante tutto questo?”. “Il green deal è il nodo focale di tutte le critiche rivolte all’Unione Europea”, ma è impossibile “ritornare indietro” anche se la direzione è rischiosa: Chicco Testa è andato subito al cuore del problema. Il presidente di Assoambiente ha posto anche il problema del “costo della transizione che sono scaricate principalmente sulle classi meno abbienti” con il rischio che il progetto europeo perda ulteriore credibilità.
Fondazione Ottimisti&Razionali e Nazione Futura, insieme, hanno presentato anche tre proposte per un’Europa del buon senso: in tema di elezioni, uniformare le regole elettorali per gli stati membri; per quanto riguarda le politiche green, non dimenticare i ceti più deboli e, infine, sull’immigrazione non lasciare soli i paesi di primo approdo.
Le proposte sono state il punto di partenza del secondo panel, introdotto da Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura, e Michele Vitiello, direttore FOR, con gli interventi di Maria Elena Boschi, Giuseppe Provenzano e Marco Scurria.