L’Unione europea non può ignorare il nuovo scenario geopolitico. Il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta abbandonando l’Ucraina e l’Europa. Il Tycoon newyorkese sta mostrando tutto il suo volto da imperialista, ma l’Europa se è unita può fronteggiarlo. Per farlo però c’è bisogno di una volontà politica votata all’unità. Il fatto che Trump abbia deciso di negoziare immediatamente con il leader russo Vladimir Putin per porre fine al conflitto russo-ucraino mostra una realtà preoccupante per gli europei: gli Stati Uniti stanno lasciando il Vecchio continente. Si è davanti a un cambiamento di rottura epocale.

Lo sgomento di fronte alla telefonata di Trump a Putin di mercoledì sera è stato forte da parte di Bruxelles. Il silenzio dei leader delle istituzioni comunitarie Ursula von der Leyen, Kaja Kallas e Antonio Costa è stato assordante. Soltanto giovedì ci sono state le prime reazioni da parte di Kallas, succeduta a Josep Borrell come Alto rappresentante, e dal presidente del Consiglio europeo Costa. Entrambi hanno ribadito la centralità dell’UE nei negoziati di pace: l’Europa non può essere scavalcata.

È svanita l’illusione di molti leader europei che pensavano che Trump avrebbe preso in carico le questioni del vecchio continente, o quanto meno accettato un “deal” per preservare gli interessi transatlantici. L’ennesima doccia fredda è stato il discorso del segretario alla Difesa americano Pete Hegseth alla Nato, che ha annunciato il disimpegno degli Stati Uniti dall’Ucraina lasciando, agli europei la responsabilità della propria sicurezza.

L’Europa sta avendo a che fare con u imperialista vecchio stampo XIX secolo, ed è questo il grande problema che gli europei devono affrontare. Assieme a Xi Jinping e Putin, Trump sta ridisegnando l’assetto dell’ordine mondiale. Mai come ora è necessario uno sforzo politico da parte dell’Europa che si trova, probabilmente, alla sfida più grossa dalla sua nascita.

Trump ha aperto i negoziati ponendo condizioni tutte a vantaggio di Putin ignorando le pretese ucraine. Il presidente degli Stati uniti non è d’accordo per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, non vuole il ripristino dei confini anteriori al 2014 (territori presi con la forza dalla Russia) e ovviamente impedirà l’invio di soldati americani in Ucraina per tutelare un potenziale accordo di pace tra le parti. Questi elementi sono stati argomentati da Hegseth nella sua prima riunione con gli alleati presso la sede della Nato a Bruxelles. Putin non si accontenterà di controllare solo un pezzo di territorio ucraino: estenderà la sua forza su tutto il paese, prospettando un drammatico epilogo di cui è già vittima la Bielorussia.

L’Europa non ha motivo di arrendersi. Ha, se vuole, tutte le risorse e le capacità per fronteggiare questa minaccia imperialista che la sta investendo. L’Unione Europea deve prendere consapevolezza che ha la forza e gli strumenti per reagire, non è condannata a subire ulteriori divisioni incoraggiate da Trump col fine di indebolirla. Mai come ora gli europei devono lavorare per l’unità, o rischia di compromettere tutta se stessa. E questa volta si ha la sensazione di essere davanti a un punto di non ritorno.

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