Potrebbe sembrare facile pensare che un paese di medie dimensioni come la Romania desti poco interesse nell’opinione pubblica europea, visto il suo poco peso specifico politico ed economico, entrato soltanto nel primo gennaio del 2007 nel club Ue. In realtà non è affatto così: le elezioni presidenziali rumene del 2024 si stanno rivelando un test fondamentale negli equilibri democratici europei. Domenica 8/12/24 gli elettori rumeni saranno chiamati alle urne per eleggere il loro nuovo presidente, e il candidato di estrema destra Călin Georgescu concorre per diventare il primo cittadino rumeno. Una certa simpatia verso il fascismo, antisemitismo, anti Nato, Anti Ue; sono alcuni dei tratti politici più “rilevanti” di questo candidato spuntato quasi dal nulla, attraverso una campagna elettorale sostenuta appieno dalla Russia. Per Vladimir Putin la sua elezione significherebbe la vittoria di un’importante battaglia all’interno dell’UE e della sua rappresentanza politica.

Tra i mezzi più utilizzati per la sua campagna elettorale Georgescu ha fatto uso di TikTok, il famoso sociale network cinese, tanto che quattro giorni prima del voto delle presidenziali i suoi video erano stati visti da più di 52 milioni di utenti. Risultato: 22,94% al primo turno.

Questo mercoledì le autorità rumene hanno attinto a un documento dei servizi di intelligence che conclude senza interpretazioni: “La Romania è un bersaglio per le aggressive azioni ibride russe, tra cui attacchi informatici, fughe di notizie e sabotaggi”, ha affermato il Consiglio di sicurezza nazionale. Sempre secondo l’intelligence rumena quest’improvvisa popolarità di Georgescu va ricondotta a una campagna elettorale organizzata via social tramite vie estere, in modo da poter raggirare i controlli nazionali. Per quanto Georgescu affermi di non aver speso nulla per la propria campagna elettorale, i suoi contenuti su TikTok sarebbero stati diffusi pagamento, senza essere contrassegnati come campagna elettorale, quindi non violando il regolamento del social network, della legge elettorale rumena e del Digital Services Act dell’Ue (un account TikTok ha effettuato pagamenti per 361.872 euro in un mese dal 24 ottobre in poi a utenti che sponsorizzavano Georgescu).I sondaggi danno nettamente Georgescu in testa al ballottaggio di domenica di fronte alla candidata liberale Elena Lasconi.

Perdere la Romania sarebbe un duro colpo per il fronte ucraino. Bucarest fin dall’inizio del conflitto è stato un forte sostenitore di Kyiv, tanto da ricoprire un ruolo chiave per la sicurezza dell’Europa di fronte l’aggressione russa. Confinando con l’Ucraina, dalla Romania provengono forniture belliche per Kiev ed escono prodotti agricoli ucraini che raggiungono l’Europa. Ma domenica lo scenario potrebbe mutare: Georgescu ha più volte dichiarato di essere un ammiratore di Putin tanto da definirlo un esempio di “leader” e “patriota”. Nella sua campagna elettorale ha promesso più volte di vietare le esportazioni di grano ucraino attraverso la Romania e altri aiuti militari a Kyiv. Come si può immaginare il suo impegno, una volta eletto, sarà tutto concentrato a far sì che “questa guerra in Ucraina sia fermata immediatamente”, ha detto.

Se l’UE perdesse questa battaglia contro Putin sarebbe un ulteriore segnale di vulnerabilità di fronte alla sua propaganda infiltrata occultamente in Europa. Se oltre a Robert Fico e Viktor Orban, premier di Slovacchia e Ungheria, si aggiungesse Georgescu nelle file putiniane al tavolo del Consiglio europeo sarebbe, senza eufemismi, una tragedia per l’UE: La destabilizzazione dell’edificio europeo continuerebbe, Kyviv perderebbe un prezioso alleato, le incertezze sulla sicurezza europea non farebbero che aumentare.

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